un rotolo di pasta sfoglia da 280 grammi
radicchi cotti
parmigiano-reggiano grattugiato
200 grammi di ricotta
un uovo
La denominazione "Scarpasotto", con la "ESSE" tipicamente emiliana, trae le proprie origini dall'italianizzazione realizzata da mia figlia, quando andava all'asilo, del gergo dialettale usato da mia nonna per indicare l'erbazzone.
La ricetta è una rivisitazione moderna di mia moglie che coniuga prodotti industriali con i radicchi prodotti in esubero dall'orto sociale, coltivat, raccolti, cotti e surgelati da "sua suocera". Si fatica a stimare il peso dei radicchi, ma da surgelati equivalgono ad un cubo di circa 10 cm di lato.
Per il parmigiano-reggiano, intanto lo si grattugia, poi quello che avanza lo si usa per altri scopi. La quantità approssimativa dichiarata da mia moglie riesco a tradurla così: meno di una forma e più di una scaglia, secondo i gusti personali.
Mescolare nel robot da cucina i radicchi già cotti (ed ovviamente decongelati), il parmigiano, la ricotta e l'uovo.
Stendere la pasta sfoglia sulla carta da forno adagiata in una teglia (questa volta rotonda) rialzando i bordi e versare tutti gli altri ingredienti amalgamati sulla pasta sfoglia.
Infornare a 200° e cuocere per circa 20 minuti o fino a quando la pasta non è dorata.
Nonostante possa sembrare una ricetta approssimativa e spesso si opta per la realizzazione dello Scarpasotto per ricavare un po' di spazio in freezer, posso garantire che l'esito è sempre eccezionale.
Talvolta capita che le verdure siano di altro tipo o che vi siano ingredienti aggiuntivi in base ai rimasugli scovati nel frigo, ma l'esito è sempre delizioso. Vi ho descritto quello appena realizzato nel tardo pomeriggio con la preziosa collaborazione della piccola aiuto-cuoca che ha dato il nome alla ricetta. Oggi è venuto squisito.
Mi sembra di aver scritto una "recetta", cioè il mix di una recensione e di una ricetta.
[tata]
2012-09-30