Gita in zona Montese per visitare la Raccolta di cose montesine nella frazione di Iola, dove alcune sale sono dedicate alla battaglia del marzo ’45 che si combattè nel monte dietro a questo piccolo borgo (conservate e raggiungibili con breve passeggiata ancora alcune trincee, un osservatorio e un rifugio). Siamo partiti tardi e dopo una breve sosta in un piccolo parco giochi in un paesino poco distante ci fermiamo a pranzo in questa trattoria casalinga. Da fuori sembra, se non fosse per l’insegna, una casa privata, poi entri e ti rendi conto che è una locanda con alloggio e un età media degli avventori piuttosto elevata. Il posto che fa per noi. Ci chiedono se vogliamo pranzare dentro o in veranda, e noi avendo al seguito la nostra cagnolina optiamo per l’esterno, anche se fa un pelo più caldo. I cani presenti in veranda, una bella terrazza con vista sui monti, alla fine diventeranno tre, tutti ben educati e silenziosi. L’apparecchiatura è base: tovagliato bianco spesso, un solo bicchiere, posate spaiate. La gestione dà l’idea di essere molto famigliare, nel senso che è impegnata tutta la famiglia: il signor Osvaldo per il bere e alcune signore molto gentile per le cibarie. Noi optiamo per 3 tortellini (di cui uno in brodo per me) e una porzione di lasagne (veramente buone, con l’unico difetto di non avere la crosticina sopra) per mio marito. I tortellini alla panna non sono un gran ché, risultano insipidi e la panna è di quelle a lunga conservazione quindi risultano un po’ impastati, ma in brodo fanno tutt’altra figura, sono buonissimi, sapidi il giusto, il brodo è veramente ottimo, fatto con la carne, si sente. Per secondo optiamo per una bistecca ai ferri (una paillard più che bistecca, mio marito è rimasto deluso perché era sottile e piccola) e una generosissima porzione di arrosto misto di faraona (molto buona) e coniglio (buono) con patate arrosto e fiori di zucca fritti (non fritti al momento, con molta pastella e poco croccanti). La golosità non mi impedisce di assaggiare la zuppa inglese fatta da loro, buona ma niente più, servita in scodelline mono porzione.
Due bottiglie di acqua e un quartino di vino bianco che a me non è piaciuto (aveva il gusto del vino in bottiglia aperto da 2 giorni) portano il conto a 60 euro tondi tondi che divido per tre.
Nel menù, recitato a voce, trovano posto anche le crescentine, l’umido di cinghiale, tortelli vari e ogni ben di Dio offre la nostra cucina modenese.
Il voto corretto sarebbe tre cappelli e mezzo, il mezzo cappello lo aggiungo per l’ottimo rapporto qualità prezzo e per i servizi igienici abbastanza ampi e molto puliti.
Consigliatissimo!!