Poco meno di 3 mesi fa', stavo sciappinando su internet per cercare un ristorante che mi aveva consigliato un'ex-collega, dicendomi che si mangiavano molto bene gnocco e tigelle e che c'era un bel parco, dove i bambini potevano giocare in tranquillità e sicurezza, lasciando che i grandi finissero le loro chiacchiere ( … e non solo!!!) a tavola.
In effetti non si ricordava bene il nome, mentre le indicazioni per arrivarci erano chiare ed esaustive: “ … Mah … sì, è in campagna, non è proprio sulla strada … un po' in dentro … tra Modena e Carpi … mi sembra … siamo passati da Casalgrande … no, no … da Cognento … comunque si mangiava bene ed abbiamo speso poco!”
Armato di pazienza ho sperimentato tutti i motori di ricerca del globo terracqueo telematico e sono capitato casualmente su una recensione di GustaModena di golosona.
Ora mi trovo qui a rievocare l'estate ed a ringraziare la mia ex-collega dal senso dell'orientamento sopraffino, perché mi ha permesso di scoprire questo sito, di appassionarmi alla lettura delle esperienze enogastronomiche altrui (e non solo di quelle) e di trovare anche diletto nel cimentarmi personalmente nella scrittura delle mie similari avventure. Mia figlia brontola un po', perché quando mi vede al computer dice che sono sempre su GustaModena e mi chiede se sto scrivendo una recensione. Ora vorrebbe che recensissi anche quello che mangiamo a tavola, i vasetti di sottoli che ci regalano o quante verdure abbiamo in frigo.
In questo preciso momento mi si è appollaiata sulla spalla sinistra curiosa di leggere quanto sto digitando, dato che sa che avrei descritto il pranzo odierno.
Tutto questo preambolo è dovuto al fatto che la sorpresa domenicale per la bimba consisteva nell'andare a mangiare in quell'agriturismo dei “punti stampati”, di cui avevamo visto le foto di ambienti rustici che a noi piacciono molto.
La giornata grigia ed uggiosa, ma fortunatamente non piovosa, ci ha permesso anche di fare due passi su e giù per collinette ricoperte da un tappeto di foglie crocchianti, un coloratissimo manifesto dell'autunno, come lo si ricorda fin dai primi anni di scuola. Dopo aver attraversato un boschetto, la passeggiata a respirare la campagna umida, guardando in basso verso un laghetto recintato da siepi, è servita per far trascorrere qualche minuto funzionale per abbassare l'alcolemia prodotta dal nocino delle streghe prima di mettersi alla guida. Me lo sono proprio gustato … consistenza liquorosa, morbidamente denso, dagli aromi intensi e dolciastri come quello che fa in casa mia mamma, ma con un volume alcolico più alto, che non ne nasconde le note fruttate che invogliano a fare il bis … ed in effetti un gocciolino in più, solo per risentirlo sulla lingua, c'è scappato …
Prima di uscire ci siamo dilungati in una piacevolissima conversazione al piano superiore, in cima ad una ripida scala che ci ha dischiuso un angolo estremamente rustico e romantico del locale, con il tetto spiovente e pochi tavoli tavoli disposti su pavimenti a diverse altezze ed un'intima stanzina con un grande camino che pare uscita da un libro di favole illustrato. Il luogo ideale per una cenetta tête à tête … anche se per chi deve arrampicarsi fin lassù con piatti e vassoi bollenti in mano immagino che la magia del posticino assuma ben altri connotati. L'affabile e sempre sorridente ospite ci ha accompagnato lassù, su nostra esplicita richiesta di vedere un angolo del locale di cui avevo letto le descrizioni altrui, ma che visto di persona trasmette tanta cordialità e tanta calda e genuina accoglienza, proprio come quella che ispira il nostro padrone di casa. I racconti sul senso civico, su proposte d'affari vietate ai minori e su recenti eventi di cronaca che hanno toccato una grossa fetta della nostra terra sono stati gli ultimi ameni momenti prima dei saluti e dei ringraziamenti suggellati da una bella stretta di mano.
Il nocino era stato preceduto da due ottimi caffè preparati con capsule. Mi dovrò ricredere sulle nuove tecnologie, perché sono rimasto piacevolmente sorpreso dal risultato di queste macchinette moderne.
Per un attimo avevo temuto che mia figlia terminasse la sua coppetta di mascarpone, perché avrei dovuto chiedere di portarne un'altra. Ho però dovuto calcare ben bene la mano sul fatto che sotto a quella delizia morbida e vellutata, quasi come se fosse lievitata, c'era un pezzo di ciambella imbevuto nel caffè. Le scaglie di cioccolato erano il giusto accompagnamento di un dolce davvero squisito. Per la prima volta avrei bissato il dessert, anziché pizze, primi e antipasti.
Le cipolline al balsamico, stranamente, sono state saltate da mia figlia, forse sviata dal colore scuro al quale non è abituata. Quelle che fa la nonna sono belle bianche e si trovano nei vasetti e non in una ciotolina. Meglio così. Ce le siamo divise equamente io e mia moglie (a lei il 35%, a me il restante 65% ) … si scioglievano in bocca … Peccato che non c'era il pane (ahi, ahi, ahi … che dimenticanza imperdonabile!!!) per fare la scarpetta, ma forse è stato un bene, perché forse non ci sarebbe stato lo spazio sufficiente. Io sono un appassionato di pane e prodotti da forno. Ne mangio in gran quantità, ma stavolta non mi sono accorto della sua assenza se non al momento della voglia di “pucciare” il sughetto delle cipolline. In realtà è una mancanza di cui non ci siamo accorti, presi dall'assaporare il calore dell'ambiente, una stanza con una stufa a legna con solo un altro tavolo oltre al nostro, il pavimento in cotto di una volta, le due finestrelle con appoggiati vasetti e bottiglie di vetro blu e con le inferriate tipiche di una vecchia stalla che davano su una veranda, che s'intravedeva al di là del muro di mattoni imbiancati attraverso due tendine ricamate ad intaglio.
Anche le patate al forno, con una saporita crosticina croccante, sono passate dal piatto di mia figlia al mio, mentre la quota spettante alla gentile consorte è rimasta nella sua disponibilità.
I due secondi sono stati recapitati alle mie due donne di casa mentre io ero chino sulle tagliatelle al ragù, di cui avevo chiesto una porzione ridotta.
Per mia moglie è arrivato un piatto con due fette di arrosto insolitamente alte ed insolitamente gustose. Io non sono un gran mangiatore di carne, ma quando è buona ne divento ingordo. L'arrosto è stato solo assaggiato, mentre la mia parte era terminare gli straccetti con rucola e grana di pertinenza della bimba, anche lei per nulla carnivora. Ha però esclamato per la tenerezza della carne “Sembrano delle caramelle dolci e gommose”, stupita dal fatto di mangiare della ciccia diversa dal carpaccio, il massimo consentito per la sua pigrizia masticatoria. Ha poi invitato i suoi due genitori preferiti a condividere con lei la squisitezza delle scaglie di formaggio,di cui era entusiasta. La porzione che mi è rimasta da finire consisteva in almeno i ¾ di quella servita, di cui il 100% di rucola, bella fresca e non invasiva. Devo confermare il giudizio delle mie due commensali sui secondi.
Ho apprezzato le tagliatelle al ragù, il mio secondo primo. Mia mamma, che non usa il computer, non potrà mai leggere che il ragù è come quello che cucina lei, ma aggiunto in quantità ancora maggiori (é questo che non deve leggere!!!) ... almeno mi pare …
D'altro canto, una signora seduta nell'altro tavolo ci aveva preparati alla bontà delle tagliatelle … ed anche di tutto il resto, così come della disponibilità ad organizzare una cena privata per 16 persone in un giorno di chiusura del ristorante, con un menù a sorpresa che ha messo d'accordo tutti.
Mia moglie ha faticato a terminare la porzione di tagliatelle che sembrava preparata per i miei ampi anfratti interiori. In effetti ho potuto terminarne due forchettate ed il ragù rimasto in fondo al piatto, giusto per aprire la strada a quelle mi sarebbero poi spettate di diritto.
Io e la bimba abbiamo optato per i tortellini in brodo. Mia figlia è una vera esperta. O meglio è un'esperta di cappelletti che prepara insieme alla nonna … Per fortuna le tradizioni si tramandano.
Ne ha divorato un bel piattone da grandi, come a casa, ed ha fatto i suoi commenti che condivido in tutto e per tutto. La pasta è più spessa di quella della nonna, che la tira sottilissima, e forse non si potrebbero mangiare “i 3 crudi”, cioè tre cappelletti che mia figlia assapora crudi prima di quelli versati regolarmente bollenti nel piatto. Il ripieno si sente bene ed è più salato di quello abituale: sa di prosciutto e salsiccia. Nel complesso buoni, nessuno rotto od aperto e si lasciavano mangiare volentieri. Non ne è rimasto neanche uno!!!
Di solito non ordiniamo mai tortellini o cappelletti o ravioli o similari in brodo al ristorante, perché il confronto con quelli casalinghi è sempre impietosamente e deludentemente perdente. Oggi hanno retto il confronto con dignità e questo mi pare un risultato davvero eccelso. L'eccellenza se la merita senz'altro il brodo nel quale sono stati cotti: quello sì era come quello della nonna, che lo prepara con le gallina o l'anitra di campagna della zia ed il doppione o la punta di petto, grassi ed ossuti, che poi mangia solo il nonno.
Come antipasto ci è stato servito un millefoglie di patate. Essendo all'inizio, con mio grande dispiacere, mia figlia se l'è sbafato fino all'ultima fettina di patata, impedendomi di finire i suoi avanzi che non c'erano. Una vera prelibatezza, dove il prosciutto cotto, il parmigiano e la besciamella si fondevano in un connubio apparentemente semplice ma di grande soddisfazione per il palato.
Abbiamo terminato le due bottiglie d' acqua naturale imbottigliata a Tarsogno, un paesuculo sull'appennino parmense ricco di fonti che conosciamo molto bene e dove abbiamo trascorso una settimana quest'estate, oltre a tornarci molto spesso.
Mia moglie ha soltanto assaggiato il lambrusco della casa. Io ne avrei bevuto volentieri più dei due bicchieri autolimitati per motivi di sicurezza alla guida. Il colore rubino, anche dell'abbondante schiuma, e le sfumature dal tannino all'amabile, mi hanno immediatamente fatto pensare di tornare per una cena con qualcuno disposto a sacrificarsi come autista. Il mercoledì della polenta, che mi attrae parecchio, però è troppo vicino … ma non è detto che non riesca a combinare qualcosa.
I due vouchers del valore di 30,00 € del Gustapremio sono stati usati con estrema soddisfazione e non ci è stato richiesta alcuna integrazione per la bimba.
La prova era ardua, perché dopo aver letto tante recensioni non solo assai positive ma anche accorate, le aspettative erano decisamente alte. Devo dire che la soddisfazione è stata piena e mia moglie, che la pensa sempre diversamente da me, oggi era del mio stesso parere. L'ambiente ci è colpito ed aggradato molto per il suo sapore rustico, con i tavoli spaziosi e con tanto spazio a disposizione. Anche la stazione sulla quale era sintonizzata la radio (questo potrebbe essere un aspetto da rivedere, magari diffondendo musica preparata ad hoc, anziché lasciare la radio) ha trasmesso della musica che ci è piaciuta. La cameriera è stata gentile, sorridente e veloce, mai invadente.
L'anfitrione ci ha accolti con calore (non solo quello della stufa a legna) e coccolati con giustezza … ci siamo sentiti davvero bene ed è stato naturale fermarci a chiacchierare al piano di sopra a fine pasto.
Mia figlia, appena usciti, prima di salire in auto, mi ha chiesto: “Papi, ce ne hai di punti per tornare un'altra volta?”
Alla mia risposta negativa, ha ribattuto: “E allora prendili, no?!?”
Si sa, i bambini hanno sempre ragione …
Ma credo che ce l'abbiano anche tutti i recensori di questo locale che mi hanno preceduto, che ringrazio e che, senza saperlo, mi hanno spinto ad accaparrarmi gli ultimi due Gustapremi disponibili …
Ma ho avuto ragione anch'io a concentrarli su quest'unica scelta, perché ha regalato a me ed alla mia famiglia una bella esperienza, non solo gastronomica ma anche umana ...
Imperdibile!!!
[testapelata]
19/11/2012
Questo posto (non lo voglio chiamare nè locale, nè agriturismo, nè con qualsiasi altro nome "conosciuto") viene descritto da tutti con "esaltazione" sia parlando di cucina, che parlando di ambiente che, ed è una cosa molto importante, da un punto di vista della "umanità" del proprietario.
Ho notato che le prime recensioni, molto datate, non erano così piene di enfasi, tutt'altro .
Colgo l'occasione per rimarcare un "fuori tema" : non sarà che quando ci troviamo di fronte ad una serie di recensioni il cui giudizio minimo è "IMPERDIBILE" ci automettiamo in soggezione e non critichiamo nulla ?
ps la mia "elucubrazione mentale" non è riferita a fatti o personaggi realmente esistiti