L'altra notte, o meglio mattina, uno dei miei nottambuli amici mi ha convinto a fare un salto per scambiare due chiacciere in questo locale.
La Dolce Vita è un locale in stile "American", riesce comunque a non sembrar troppo demodè ed anni '90 garzie al fatto che è stato recentemente rinnovato. D'estate ha anche un estivo, un po' "mini" e sempre "imballato", ma d'altronde è all'inizio della Giardini, riparato dalla strada e ad un passo dal centro. Appena si entra si ha sulla sinistra una bella vetrina per i vini, giustamente climatizzata e con vetri un po' scuri Di fronte il bancone, un divanetto e dun paio di tavolini. Sulla destra, per il lungo, si sviluppa la saletta, spezzata in due dal soppalco sul fondo. In tutto una dozzina di tavoli... ma raramente se ne trovano di vuoti. Apre alle 19, e lentamente, ma progressivamente, inizia a riempirsi. Qualcuno fa l'aperitivo lungo, con un po' di stuzzicheria salata, fredda e calda, qualcuno mangia una pizza o un secondo. Sempre accompagnati dalla presenza di cocktails fatti a regola d'arte, bottiglie e bicchieri di buon vino, distillati di varia fattura e... caffè.
La clientela è variegata, nazionalità, ceti, mestieri e professioni si miscelano come in un drink shakerato.
Il menu è ampio e ben articolato, ampia la scelta di panini, la carta dei vini è un po' scarna e lacunosa, ma è in via di ristrutturazione. Purtroppo manca l'indicazione delle etichette... Voltandosi notiamo Banfi e Montresor, Vigne Regali e Mastroberardino, Midolini e Vidussi... di qualità differenti ed altalenanti, ma buon terreno di caccia per un paziente analazzitore di etichette con qualche capacità di destreggiarsi nel terreno.
Ma torniamo alla serata. Non volendo far tardi, vista l'ora, ci appoggiamo direttamente al bancone, sorseggiando due buoni calici di Chianti Banfi giovane. Leggero, beverino, ma di buona struttura e complessità. Parliamo del più e del meno con Michi, il titolare, vera anima del locale. E qua apro una parentesi: visto che parliamo di ristorazione, parliamo non solo di enogastronomia, ma di persone; e Michele, da solo, vale un cappello nel giudizio finale. Sempre allegro, sorridente, col suo simpatico accento siciliano, la sua gioviale faccia normanna, sempre disponibile ad ascoltare le cahate, scusate il toscanismo, di qualunque avventore, pronto a chiudere un occhio quando qualcuno alza un po' il tono o il gomito, sempre però in grado di tenere, il più delle volte col sorriso, altre con un tono più deciso, ma sempre pacato, il polso della situazione. Sempre pronto, qualunque disavventura o mirabolante fantasticheria vi sia capitata, ad ascoltarvi, per di più ricordandosene, se non è troppo imbarazzante, nei futuri incontri. Sempre in grado di mettere a proprio agio o a tirar su, in base alle circostanze, capace di richiamare all'ordine o di favorire nuove conoscienze, se è il caso... insomma una persona speciale, che in breve riuscirà a farvi sentire come di famiglia, come se lo conosceste da tempo... per concludere un ristoratore vero.
Tornando ordunque alla serata, amabilmente conversando, godevolmente sorseggiando... la porta si apre alle nostre spalle e... chi entra? Un carissimo amico, sparito ormai da mesi in Nord America, e del quale avevo perso le tracce! Lo abbraccio subito, mi presenta i due amici con cui è, ci accomodiamo ad un tavolo, telefono, facendoci raggiungere, ad un altro amico a cui la sorpresa sapevo sarebbe risultata altrettanto gradita. Il caro esule, con moto della sua solita signorilità, ordina e paga, anticipatamente per discrezione, una bottiglia. Gli animi si scaldano, se possibile ancor più positivamente, allorchè vediamo scorrere nei balloon del buon Barolo del 2002! All'occhio un bel granato, al naso intenso, aromatico e caratteristico, in bocca robusto ed austero, ma di una principesca armnoia e struttura. E qua mia colpa, mia gravissima colpa, non ricordo la Cantina, non conoscendola e non essendomela segnata. Prometto che la recupererò e la inserirò in un post. Ben presto però i calici si vuotano... una bottiglia in sei d'altronde... mi sento in dovere allora, piacevolmente, di contraccambiare. Ordino un buon Brunello di Montalcino Banfi, sempre 2002. Non ho seguito una linea degustativa ascendente o analogica, lo sò, ma quando si parte da certe vette, basta spaziare in alto Armonico, equilibrato, intenso e muscoloso, ma al contempo aggraziato. Di un bel rosso rubino carico, asciutto e caldo, con profumi di frutta rossa e cuoio, quasi speziato, nobile quanto il suo antecedente, scorre nei nostri allegri e nobilitati calici. Avendo sentito che il mio caro ospite non aveva ancora mangiato, ordino anche un tagliere misto per tutti, facendo organizzare il tutto al buon Michele. Mozzarelline di bufala, crostini conditi nelle più diverse maniere, salumi dai più saporiti ai più speziati, conoscendo il buon oste, o meglio intuendo, i nostri gusti. Olive verdi, nere, ascolane, ripiene; peperoncini e tartine, pizzette, e sott'oli, e sott'aceti... tutti artigianali e non industriali. Un trionfo per il palato.
Concludiamo la serata, o meglio la nottata, felici di questa bella compagnia venuta a formarsi, rendendo garazie alla pazienza del titolare. La spesa è proporzionata a ciò che abbiam consumato... anzi bassa. Barolo escluso, ho lasciato 60 euro. Comunque, lo so, un colpo di vita, ma se non lo si fa in queste occasioni, quando? D'altronde, si sa gli amici sono spesso quel che ci fa andare avanti...
...What would you do if I sang out of tune,
Would you stand up and walk out on me.
Lend me your ear and I'll sing you a song,
And I'll try not to sing out of key.
Oh I get by with a little help from my friends,
Mm I get high with a little help from my friends,
Mm I'm going to try with a little help from my friends....
Consigliatissimo!!
[g.falconline]
22/01/2008